Ormai è noto a tutti che la Parodontite si può curare: una diagnosi precoce e una terapia corretta possono portare ad un ottimo controllo della malattia, anche se non ad una completa guarigione, dal momento che la Parodontite è una malattia infiammatoria cronica.
La terapia della Parodontite si compone di più fasi, la prima delle quali è la fase causale, volta alla rimozione dei microorganismi responsabili della malattia. Questa fase terapeutica avviene su due fronti: da una parte la strumentazione professionale volta alla rimozione della placca sia sopra che sottogengivale (levigatura delle tasche), dall’altra l’igiene orale domiciliare, che permette il controllo della placca sopragengivale; un adeguato controllo dell’accumulo di placca batterica è indispensabile per la prevenzione e cura della Parodontite.
Successivamente a questa fase causale potrebbe rendersi necessaria una seconda fase, quella chirurgica, che ha l’obiettivo di eliminare le tasche che fossero residuate dopo la terapia causale.
E in ultimo, quando si è raggiunto un buon controllo della malattia, si passa alla fase di mantenimento, che consiste in controlli e sedute di igiene periodici.
Risulta evidente che un punto cruciale nel controllo della malattia è l’eliminazione dei batteri patogeni e il controllo di placca: già da qualche anno molti professionisti declamano di poter ottenere questo obiettivo, e quindi il pieno controllo della malattia, utilizzando il laser. Sostengono di poter ottenere risultati migliori e più a lungo termine rispetto alla terapia tradizionale, con minor tempo, minor dolore e minor sensibilità; ma i costi sono molto maggiori!
Su questa terapia miracolistica con il laser va però fatta chiarezza: per prima cosa va detto che la terapia tradizionale della Parodontite è supportata da innumerevoli articoli scientifici che ne attestano l’efficacia, mentre per quanto riguarda l’utilizzo del laser in parodontologia ad oggi non esistono studi seri che ne comprovino la validità. A questo proposito è sorta una querelle tra la Società Italiana di Parodontologia, che nega in assoluto l’utilità del laser in parodontologia, e i presidenti di LEAD ( Laser Excellence Academy for Dentistry ) e SILO ( Società Italiana Laser in Odontoiatria ) che sottolineano l’indiscusso effetto battericida di numerose lunghezze d’onda sulle specie batteriche parodontopatogene. Come sempre la verità sta nel mezzo e nell’uso del buonsenso. E’ senz’altro azzardato e rischioso abbandonare una terapia di accertata efficacia come quella tradizionale della parodontite a vantaggio di una metodica nuova e non ancora suffragata da sufficienti prove scientifiche. L’indiscusso effetto battericida del laser ci porta però a guardare con interesse a questo nuovo strumento, ma solo ed unicamente come un ausilio aggiuntivo alla terapia causale tradizionale.
A cura della Dott.ssa Daniela Uglietti | Specializzata in Patologia Orale e Parodontologia
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